I buoni fruttiferi postali sono strumenti finanziari emessi dalla società “Cassa depositi e prestiti” e garantiti dallo Stato Italiano. Collocati per la prima volta sul mercato nel 1924, i buoni hanno riscosso un grande successo presso i piccoli e medi risparmiatori. I primi esemplari sono stati emessi in forma cartacea ma negli ultimi anni possono essere sottoscritti anche in forma “dematerializzata” su internet o tramite App.
I buoni fruttiferi hanno il grande vantaggio che, oltre a rappresentare uno degli investimenti più sicuri sul mercato, non hanno spese di apertura o di chiusura e possono essere rimborsati in un qualsiasi momento, su richiesta del risparmiatore.
Le tipologie di buoni fruttiferi sottoscrivibili
Esistono diversi tipi di buoni che si differenziano tra loro per durata, rendimento e caratteristiche intrinseche. La prima tipologia di buoni emessi nel nostro Paese è rappresentata dal “buono ordinario” che risponde alle tue esigenze se sei interessato ad effettuare un investimento su un arco temporale medio-lungo. Infatti, questo buono diventa un investimento redditizio solo se hai la possibilità di “parcheggiare” una determinata somma per un periodo di tempo piuttosto lungo.
La durata massima del buono è di venti anni e il tasso d’interesse cresce con il passare del tempo. Al momento della sottoscrizione, il risparmiatore non è vincolato a indicare per quanto tempo vuole sottoscrivere il buono e resta libero di poter sempre chiedere il rimborso (con il solo limite di attendere un anno dalla sottoscrizione per non perdere gli interessi del primo anno). Per gli investimenti nel medio e lungo periodo esistono altre due tipologie di buoni, “Buono 3×2” e “Buono 3×4”, che si caratterizzano per avere rendimenti crescenti nel tempo (che vengono liquidati ogni tre anni), per avere una durata massima rispettivamente di 6 e di 12 anni e per essere strumenti flessibili. La flessibilità deriva dal fatto che possono essere chiesti in rimborso in qualsiasi momento ma se la richiesta arriva prima del termine del triennio, verrà rimborsato solo il capitale senza la corresponsione degli interessi.
Per un investimento nel breve periodo esiste il “Buono 3 anni Plus” che prevede un tasso d’interesse fisso e può essere rimborsato in qualsiasi momento. Se rimborsato prima del termine di tre anni, non si avrà diritto agli interessi. Si distingue dai precedenti buoni, per la compresenza al suo interno di due fattori che condizionano il valore di rimborso, il “Buono indicizzato all’inflazione italiana”. Questo prevede da un lato un rendimento fisso e dall’altro che il capitale più interessi vengano rivalutati in base alle oscillazioni sul mercato dell’inflazione italiana. La durata massima dell’investimento è di 10 anni, ma può essere sempre chiesto a rimborso mentre è possibile riscuotere gli interessi solo se siano trascorsi diciotto mesi dal momento della sottoscrizione.
Quali buoni fruttiferi postali conviene sottoscrivere
Per stabilire quale sia il prodotto più adatto alle tue esigenze devi valutare innanzitutto per quanto tempo desideri vincolare i tuoi risparmi.
Se desideri investire per un periodo piuttosto lungo, ad oggi il buono fruttifero che offre il rendimento più alto è il “buono ordinario – serie TF120A180914” (le condizioni si applicano ai buoni di questa serie emessi dopo il 14 settembre 2018): sebbene il tasso d’interesse (lordo) su questi buoni sia per i primi tre anni solo dello 0,25%, negli anni successivi s’incrementa notevolmente fino a diventare dal sedicesimo al ventesimo anno del 5%.
Se intendi investire i tuoi risparmi per un periodo di tempo medio-lungo, potrebbero rispondere alle tue esigenze due differenti tipologie di buoni: i “Buoni 3×2” e i “Buoni 3×4”. Al fine di verificare quale conviene di più, si è scelto di comparare i rendimenti prodotti da entrambi i buoni al sesto anno: il tasso d’interesse del primo è dell’1,25% mentre il secondo è quello dell’1,50%. Nel breve periodo (investimento con una durata massima di tre anni), il buono fruttifero più conveniente tra quelli attualmente collocati sul mercato da Poste Italiane risulterebbe essere il “Buono 3 anni plus”, il cui rendimenti è fissato per 0,40%.
La tassazione dei buoni fruttiferi postali
A differenza degli altri strumenti finanziari, i cui rendimenti sono sottoposti ad un’aliquota d’imposta del 26%, i buoni sono assoggettati a una tassazione molto più favorevole (pari al 12,50%) e sono esonerati dalle imposte sulle successioni. Se i buoni hanno un valore superiore a 5.000,00 euro al termine di ogni anno sono sottoposti ad un’imposta di bollo pari allo 0,20%, mentre per quelli con un valore inferiore ne sono ìesonerati.

Giacomo Carli, laureato in Economia e Gestione delle Imprese, è un rinomato autore nel campo della finanza personale, noto per la sua capacità di semplificare argomenti complessi e renderli accessibili a tutti. Attraverso il suo lavoro, si è guadagnato una reputazione per la sua competenza, integrità e dedizione a educare il pubblico su come gestire efficacemente le proprie finanze.
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