La corrispondenza tra quello che è lo stipendio netto e il RAL, quindi la retribuzione annua lorda, segue regole precise, che variano in base ad alcuni elementi. Su tale RAL vengono effettuati tutti i calcoli perché il datore di lavoro, agendo come sostituto d’imposta, calcolerà le tasse da versare allo Stato, il contributo INPS e il relativo versamento all’ente previdenziale. Cerchiamo di approfondire insieme la tematica in questa guida.
RAL: cos’è?
Proabilmente, se si è sostenuto un colloquio con esito positivo, si sarà ricevuta un’offerta circa la retribuzione, quindi innanzitutto è opportuno chiarire cos’è esattamente la RAL, cioè la retribuzione lorda. Entrambe le diciture rappresentano l’ammontare che il datore di lavoro è intenzionato a pagare per una precisa collaborazione.
La retribuzione lorda è sostanzialmente il reddito totale del lavoratore e comprende:
- Contributi previdenziali, cioè quelli che saranno versati a INPS e INAIL.
- Le tasse che saranno versate allo Stato.
Una volta sottratte le voci elencate dalla retribuzione lorda, il risultato sarà semplicemente lo stipendio netto, quindi la somma che materialmente il lavoratore riceverà con la sua busta paga mensile.
Come leggere la busta paga
Per capire come leggere la busta paga in relazione alla retribuzione lorda, ai contributi, alle tasse, e allo stipendio netto, occorre semplicemente considerare questa terminologia, solitamente posizionata in basso a destra:
- Totale competenze: Ral, quindi la retribuzione lorda.
- Trattenute: la somma totale dei contributi, sia INPS che INAIL, scalati dal datore di lavoro dallo stipendio.
- Arrotondamento: voce inserita per ragioni contabili, solitamente ammonta a pochi centesimi di euro.
- Netto del mese: retribuzione al netto delle voci precedenti, cioè la somma ricevuta fisicamente sul conto corrente.
Come calcolare la retribuzione lorda partendo dal netto
Premettendo che online sono disponibili molti calcolatori che eseguono in maniera del tutto automatica i conteggi, questi si possono effettuare, quantomeno in maniera approssimativa, anche manualmente. Per determinare la retribuzione lorda partendo dallo stipendio netto, sono necessari alcuni passaggi. Innanzitutto si dovrà verificare lo scaglione di appartenenza IRPEF. Maggiore è il reddito imponibile, maggiore sarà ovviamente l’aliquota applicata.
Facciamo un esempio. Se lo stipendio netto è di 1.100 euro, si dovrà moltiplicarlo per 13 o eventualmente per 14 nel caso fosse presente la quattordicesima mensilità. Successivamente si dovrà calcolare mediamente un 30% in più, tra IRPEF e INPS. Si otterrà di conseguenza una retribuzione lorda annua di circa 20.000 euro a fronte di una netta di circa 15.000 euro.
Nel calcolo è stata considerata una percentuale, tra INPS e tasse, pari al 30%. Chiaramente, nel caso lo stipendio netto fosse più alto, si entrerebbe in un’aliquota IRPEF più alta, quindi anche la percentuale totale applicata sarà maggiore. Bati immaginare che per un reddito annuo fino a 15.000 euro viene applicata si rientra nello scaglione IRPEF del 23%, ma salendo con l’importo, fino a 55.000 euro annui, l’aliquota salirà al 38%, e così via.

Giacomo Carli, laureato in Economia e Gestione delle Imprese, è un rinomato autore nel campo della finanza personale, noto per la sua capacità di semplificare argomenti complessi e renderli accessibili a tutti. Attraverso il suo lavoro, si è guadagnato una reputazione per la sua competenza, integrità e dedizione a educare il pubblico su come gestire efficacemente le proprie finanze.
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