Il mutuo chirografario è una forma di prestito collaudata e riconosciuta nel diritto civile e dei contratti italiani; anche se non molto popolare è una comoda formula che regola alcune transazioni altrimenti di difficile gestione. Il termine deriva dal greco chiros (mano) e graphos (scrittura), letteralmente indica un contratto sottoscritto a mano, la veloce verbalizzazione di un passaggio di denaro e la contropartita richiesta, semplicemente con un foglio firmato.
In realtà la prassi è un pò diversa, anche se esente da lungaggini burocratiche e documenti vari, non è affatto un prestito bonario o privo di cauzioni. La firma è come per tutti i contratti il sigillo di garanzia, che lasci intendere l’intero testo letto, sottoscritto e approvato. Nei mutui chirografari non viene richiesta nessuna ipoteca a tutela del credito, dunque nessun immobile in pegno; è una forma di prestito particolarmente vantaggiosa per il creditore e viene concessa esclusivamente qualora non sia possibile procedere all’ipoteca.
Tutto più facile ma entro certi limiti
Questa formula viene utilizzata per cifre relativamente basse, in genere non superiori ai 75.000 € in caso di soggetto fisico, 120.000 € per le società e per un periodo di rimborso che va dai 2 ai 10 anni. Ovviamente l’importo da impegnare è proporzionato alla solidità del contraente, più debole è il debitore, minore sarà l’entità dell’operazione. Come in tutte le transazioni economico finanziarie a maggior rischio corrisponde un più alto ricavo; i tassi di interesse relativi a questa forma di prestito sono molto onerosi, al momento possono raggiungere un TAEG del 12%.
I casi in cui si ricorra a questa forma di prestito sono in genere pagamenti relativi ad operazioni di ristrutturazioni o impianti comuni ad esempio un condominio, laddove per quota spettante sarebbe troppo complicato istruire pratiche diverse per ogni singolo inquilino e i relativi importi non giustificherebbero l’attivazione di un’ipoteca. Il credito può comunque essere tutelato con altre forme di garanzia come:
- cambiali;
- fidejussioni;
- pegni su titoli diretti o di eventuali garanti.
La diversificazione nel rimborso del premio
Il mutuo chirografario è una comune forma di transazione in cui la banca eroga una somma al cliente, che si impegna a restituirla tramite rate periodiche comprensive di interessi e capitale, secondo un tasso fisso, variabile o misto legato all’andamento dell’Euribor. Oltre a questa forma classica vi sono altre due possibilità di risarcimento:
- il prestito chirografario a maxi rata pesante, che prevede una prima rata più corposa delle restanti altre e con la quale si estingue buona parte del capitale;
- il prestito chirografario ad ammortamento differito, che presume la restituzione del premio a partire da una data differita (in genere 6 mesi dopo) rispetto all’erogazione del capitale.
- Un prestito chirografario può essere concesso da diversi finanziatori ad un unico beneficiario che si impegna a restituire alle parti la cifra erogata.
Tra queste vengono indicati alcuni creditori ai quali dare priorità qualora sussistano difficoltà nel risarcimento del premio. In caso di insolvibilità i creditori privilegiati saranno gli unici a beneficiare del rimborso, anche se parziale.

Giacomo Carli, laureato in Economia e Gestione delle Imprese, è un rinomato autore nel campo della finanza personale, noto per la sua capacità di semplificare argomenti complessi e renderli accessibili a tutti. Attraverso il suo lavoro, si è guadagnato una reputazione per la sua competenza, integrità e dedizione a educare il pubblico su come gestire efficacemente le proprie finanze.
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