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Piccolo Prestito INPDAP: Cosa Sono, Come Funziona, Tabelle e Simulazione

Marzo 4, 2019 Lascia un commento

In un periodo di incertezza economica come quello che siamo attraversando può purtroppo facilmente accadere di dover far fronte ad una spesa imprevista per la quale non si dispone nell’immediato delle risorse economiche necessarie. A supporto dei dipendenti della pubblica amministrazione attivi o pensionati che si trovano a vivere questa difficile situazione, INPS Gestione Dipendenti Pubblici (ex INPDAP) ha studiato una apposita soluzione di prestito personale a rata fissa con trattenuta su stipendio o pensione. Questa formula di finanziamento di semplice gestione può rappresentare una valida alternativa alle finanziarie private, che presentano l’incognita di tassi di interesse variabili, consistenti commissioni e rischi notevoli in caso di insolvenza.

Vediamo dunque nel dettaglio le specifiche economiche del Piccolo Prestito Gestione Pubblica, i requisiti per richiederlo e le modalità di presentazione della domanda.

Piccolo Prestito: destinatari e requisiti di accesso al credito

Il requisito fondamentale accedere al finanziamento è l’iscrizione alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali (il cosiddetto Fondo Credito). Risultano automaticamente iscritti tutti i dipendenti di enti locali e amministrazione statale (i quali versano annualmente al fondo una quota pari allo 0,35% della busta paga) e i pensionati ex dipendenti pubblici che hanno inoltrato richiesta di adesione al fondo al momento del pensionamento (e versano in virtù di questo un contributo annuo pari allo 0,15% dell’assegno previdenziale). L’iscrizione al fondo è prerogativa esclusiva dei dipendenti della pubblica amministrazione, motivo per cui non possono in alcun modo avere accesso al Piccolo Prestito lavoratori autonomi o dipendenti nel settore privato.

A condizione di non avere altre trattenute in corso di applicazione su stipendio o pensione, è possibile richiedere l’accredito di un massimo di quattro mensilità nette di stipendio rimborsabili in un periodo compreso tra le 12 e le 48 rate mensili. Per chi è in possesso di requisiti elevati di affidabilità creditizia è possibile fare domanda per la doppia mensilità, sino ad un massimo di 8 rimborsate in 48 mesi. Il Piccolo Prestito può essere rinnovato dopo aver fatto decorrere un periodo minimo di ammortamento pari al 50% del tempo di rimborso complessivo previsto.

Per accedere al finanziamento non occorre presentare alcuna attestazione di spesa o addurre motivazioni. La solvibilità del credito viene stimata sulla base di età (INPS non si rivale sugli eredi in caso di debito residuo al decesso) e reddito al netto delle imposte. Nel caso dei pensionati, la trattenuta sull’assegno previdenziale non può comunque superare il quinto dell’importo netto percepito, mentre eventuali lavoratori a tempo determinato possono fare richiesta di finanziamento solo per un periodo di ammortamento equivalente al massimo alla durata residua del contratto.

Ottenere il prestito: condizioni applicate e modalità di richiesta

Il tasso annuo effettivo globale (TAEG) si compone nel caso del Piccolo Prestito di tre sottovoci: un tasso di interesse nominale annuo del 4,25%, un ulteriore 0,50% per le spese di amministrazione e un premio fondo rischio. Quest’ultimo rappresenta un’aliquota aggiuntiva dipendente da fascia di età e durata del finanziamento e può essere agevolmente calcolato tramite le tabelle disponibili sul sito dell’INPS alla sezione dedicata. Per coloro che dispongono del pin INPS, è possibile simulare online il piano ammortamento con le principali personalizzazioni prima di andarlo a sottoscrivere.

I dipendenti pubblici in servizio per presentare domanda devono utilizzare l’apposito modulo scaricabile online, sarà poi l’amministrazione di appartenenza ad occuparsi dei contatti con l’istituto. Per i pensionati la modalità è invece diretta: per via telematica sul sito www.inps.it, tramite contact center telefonando all’ 803164 da apparecchio fisso o allo 06 164164 da cellulare (se in possesso di pin INPS) o recandosi presso il patronato di fiducia (anche senza pin).

Completata la procedura, la somma viene accreditata sul conto bancario o postale indicato e scatta la trattenuta in busta paga o sull’assegno previdenziale. I tempi di erogazione garantiti sono stabiliti in 60 giorni dalla ricezione della domanda, l’attesa media è tuttavia di circa due settimane.

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