L’offerta di lavoro è determinata da due fattori principali: la
demografia, che governa le evoluzioni della popolazione, e la propensione
a partecipare al mercato del lavoro, misurata dal tasso di attività. Un
miglioramento della partecipazione potrebbe difatti più che compensare
una riduzione della popolazione in età lavorativa, portando ad una
crescita delle forze di lavoro. Naturalmente la capacità dei due fattori di
compensare le reciproche variazioni dipende dall’entità delle variazioni
stesse.
Ad esempio negli anni novanta la popolazione in età lavorativa
(con almeno 15 anni e meno di 65 anni) si era gradualmente ridotta,
dato l’assottigliamento delle coorti più giovani in ingresso, quelle nate
dopo il baby boom. Ciò nonostante le forze di lavoro si erano ampliate
grazie all’andamento crescente del tasso di attività. La propensione
a partecipare al mercato del lavoro era aumentata soprattutto per le
donne e per le classi di età più anziane.
Al contrario, nonostante l’andamento della partecipazione si sia
appiattito negli anni più recenti, l’offerta di lavoro ha continuato ad
espandersi, seppur a ritmi più contenuti, data la ritrovata espansione
della popolazione in età lavorativa a partire dal 2003, grazie all’effetto
degli arrivi e delle regolarizzazioni dei cittadini stranieri. Le tendenze
demografiche, dunque, determinano l’evoluzione della cosiddetta
In sintesi
Rapporto sul mercato del lavoro 2007
“offerta di lavoro potenziale”, che risulta più dinamica al Centro-Nord
grazie al saldo migratorio.
La riduzione del tasso di attività che si è osservata nell’ultimo
quinquennio, con la sola eccezione del 2006, è riconducibile sia a fattori
strutturali (l’impatto dell’ingresso di coorti tendenzialmente più attive è
smorzato dall’assottigliamento delle generazioni più giovani), ma anche
a questioni più congiunturali (in tempo di ciclo meno brillante i tempi di
ricerca tendono ad allungarsi, e chi, pur in cerca di un impiego, non ha
svolto azioni recenti è classificato come inattivo e non come disoccupato).
Italia – Popolazione totale
55.5
56.0
56.5
57.0
57.5
58.0
58.5
59.0
59.5
1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006
milioni.
Fonte: Istat
Italia – Popolazione totale e straniera
50
52
54
56
58
60
2003 2004 2005 2006 2007
milioni.
Fonte: Istat
italiani stranieri
Capitolo 1. Popolazione e forze di lavoro
Ancora in crescita la
popolazione in età
lavorativa
Ad ogni modo, il calo osservato nel complesso è la sintesi di andamenti
piuttosto differenziati a livello territoriale: nel Mezzogiorno le riduzioni
sono state molto più marcate, mentre nel Nord il tasso di attività ha
continuato a crescere, attestandosi su livelli non molto distanti dalla
media dell’area euro.
Queste tendenze sono state confermate anche nel 2007: nonostante
la lieve riduzione del tasso di attività per la media nazionale, l’offerta di
lavoro ha continuato ad espandersi, grazie alla crescita della popolazione
in età lavorativa trainata dal saldo migratorio. Gli ingressi di cittadini
stranieri hanno continuato ad aumentare, e gli incrementi notevoli del
numero di immigrati regolarizzati dato l’elevato numero di domande
presentate sia per l’assunzione che per il ricongiungimento famigliare

Giacomo Carli, laureato in Economia e Gestione delle Imprese, è un rinomato autore nel campo della finanza personale, noto per la sua capacità di semplificare argomenti complessi e renderli accessibili a tutti. Attraverso il suo lavoro, si è guadagnato una reputazione per la sua competenza, integrità e dedizione a educare il pubblico su come gestire efficacemente le proprie finanze.
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