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Rendimento BTP Netto a 5 e 10 Anni: Come Calcolarlo

Giugno 30, 2018 Lascia un commento

I Buoni del Tesoro Pluriennali, indicati con l’acronimo BTP, altro non sono che Titoli di Stato che, in qualità di investitore, hai la possibilità di acquistare con l’intento di avere un rendimento, il cui pagamento è semestrale e la cui scadenza è di norma quinquennale. Naturalmente, il valore dei BTP tende a salire nel corso del tempo con la maturazione degli interesse a cadenza semestrale. In quanto investitore, non c’è per te alcun obbligo di mantenimento dei Buoni del Tesoro Pluriennale sino alla loro naturale scadenza. Sulla stessa falsariga di quanto avviene per tutti i titoli, infatti, la loro compravendita è valevole nel corso della loro intera durata, fermo restando che la scadenza massima di un BTP corrisponde a 30 anni e quella minima è pari a 2 anni.

In qualità di oculato investitore, tieni conto che per massimizzare i ricavi, il singolo titolo andrebbe venduto sempre nel momento più propizio a livello di scenario economico. Di converso, nel ruoto di attento investitore, è saggia decisione acquistare il titolo nel momento in cui mercato non attraversa una fase favorevole e, di conseguenza, i venditori sono sotto certi aspetti costretti a svenderli.

Calcolo del rendimento BTP netto a 5 e 10 anni: come effettuarlo?

Primo di rispondere al quesito su cui verte il contenuto di questo articolo, è opportuno calcolare il rendimento del BTP netto, a prescindere da quando scade. 6 sono i criteri da considerare. Eccoli presentati a mo’ di elenco uno alla volta:

  1. prezzo di acquisto;
  2. cedola, ossia gli interessi che possono essere maturati;
  3. spese d’acquisto: le commissioni che occorre pagare, dato che sulla base di quanto sancisce il Ministero delle Finanze, la vendita diretta non è ammessa. E su questo aspetto, un ruolo di primaria importanza è quello ricoperto da tutta una serie di intermediari, ai quali di norma “spetta” una commissione pari all1%. Questo parametro che, precisiamo, deve essere addizionato al valore nominale dei Buoni del Tesoro Pluriennale, va pagato in toto dall’acquirente del titolo, in fase di emissione;
  4. imposte sul rendimento: pari al 12,5%. La loro incisione sul valore del titolo ha naturalmente un impatto tutt’altro che irrilevante;
  5. imposte sullo scarto di emissione: dovute al divario fra il valore del BTP in fase di emissione e quello dell’acquisto del titolo da parte del risparmiatore;
  6. imposte sulla plusvalenza: come abbiamo già sottolineato, gli interessi guadagnati sono a cadenza semestrale. Su questi, solo il venditore che intende disfarsi del titolo, prima che scada, ha l’obbligo di pagare le imposte sulla plusvalenza.

E’ giunto infine il momento di precisare come calcolare il rendimento btp netto a 5 e 10 anni. BTP di durata quinquennale: il tasso ammonta al 5,5%. Il prezzo iniziale era compreso fra 122 e 123. La cedola netta era pari al 3,93%. Tenendo conto della soglia semestrale, in quanto lasso di tempo minimo per la maturazione degli interessi, il rendimento massimo per un BTP a 5 anni è del 4%. Dato che c’è da pagare le imposte citate in precedenza, al netto il rendimento corrisponde allo 0,70%, a fronte di un credito di imposta di circa 2,30 punti percentuali.

BTP di durata decennale: al cospetto di un incremento direttamente proporzionale del credito di imposta, va detto che i BTP a 10 anni sono più redditizi di quelli a 5 anni. La scadenza è più lunga e quindi gli interessi maturano maggiormente. Non va poi dimenticato che è interesse dello Stato Italiano vendere titoli a lunga scadenza, perché aumenta la ricezione di finanziamenti da parte degli investitori. Numeri alla mano, i BTP acquistati oggi che scadono nel 2028 hanno un tasso pari al 6,5% e un prezzo leggermente inferiore al 140. Il valore della cedola netta non è che si discosti molto da quella del BTP di durata quinquennale, dato che per il titolo a 10 anni di scadenza ammonta al 4,08%. Ad andare incontro ad un importante cambiamento è il rendimento netto che sale dello 0,90%, attestandosi all’1,60%. Infine, il credito di imposta è del 3,55%.

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